Più che vedute urbane, le Città di Alessandra Cocchi sembrano visioni colte un attimo prima del loro dissolvimento. Sono osservate da vicino e da lontano, dall'esterno e dall'interno, da più direzioni contemporaneamente. Questi luoghi che sembrano ripescati da epoche remotissime o immaginati in un futuro inarrivabile, vivono fuori dal tempo, luoghi non-luoghi della mente, di natura effimera e d eterna.
La città dei riflessi. 2001. Tecnica mista su carta. cm. 41,9X29,6. Copyright A. Cocchi ©2001
Una torre, un ponte, la cupola di un tempio, l'arco, le finestre sulle strade, i vicoli, le piazze. Ogni cosa assume forme velate che sembrano fatte di carta, a volte distratte dall'ombra, sbriciolate dalle nebbie, bruciate dal tempo, dissolte dalla luce.
Luoghi nella distanza, parlano con la lingua del sentimento e dell'emozione, simbiosi di luce e colore. Hanno voci diverse: ora acute e squillanti di luoghi di gioia, ora profonde e basse perché piene di mistero, ora leggere e percettibili come sussurri.
La città che svanisce. 2001. Tecnica mista su carta. cm. 29,2X20,8. Copyright A. Cocchi ©2001
Queste città vuote, congelate nella loro esplosione, si rivelano prima del loro annullamento, rinascono nella memoria, riverberano racconti ancestrali con memorie provenienti da galassie lontane che suonano sorprendentemente vicine.
Le città sospese sono una serie di lavori su carta realizzati con tecniche miste (inchiostri, pastelli, tempere, cera, monotipi, ecc.) nel corso del 2001, nel primo laboratorio dell'artista.
F. T.